Multipotenzialità: 4 domande per sfruttare le vacanze estive e rinascere​

Multipotenzialità: 4 domande per sfruttare le vacanze estive e rinascere

Come sfruttare le vacanze estive per dare una svolta alla tua attitudine multipotenziale?

 

Provo a dirlo in un altro modo, magari ti ci ritrovi di più. 

È arrivata l’estate. Ti trascini dietro un anno intero fatto di soddisfazioni (forse), ma più spesso di quelle insoddisfazioni sottili, striscianti, che non si fanno vedere ma si fanno sentire. A volte nemmeno dipendono dal lavoro in sé, ma da quel tuo modo tutto personale – e multipotenziale – di percepire il mondo. 

 

Quindi, la domanda è: come usare davvero questo periodo per fare chiarezza?

 

Proviamo a chiarire meglio ancora.

Hai un lavoro che – sulla carta – funziona: stipendio decente, orari umani, colleghi civili, ferie garantite. 

 

Un lavoro che altri troverebbero persino invidiabile. 

 

Peccato che tu, ogni giorno, ti senta un po’ più come un Tamagotchi lasciato senza pile. 

 

Come si fa a prendere tutto questo, impacchettarlo per bene e trasformarlo in qualcosa che abbia finalmente un senso per te?

 

Ecco, da coach quale sono, ti dico una cosa: credo nel potere delle domande. 

 

Per questo, in questo articolo voglio lasciarti 4 domande su cui riflettere sotto l’ombrellone (o nel traffico, o in coda alla sagra della torta fritta di Fiorenzuola), per arrivare a settembre con un nuovo sguardo sul tuo lavoro, sulla tua vita e, perché no, su quella quotidianità che potrebbe finalmente cominciare a somigliarti davvero.

 

Solo come al solito devi leggere fino alla fine perché sparsi qua e la ci sono fuochi d’artificio di una bellezza abbacinante. (esagero come sempre).

multipotenzialità e produttività

Ciao sono Dino! 

Sono passato in alcuni anni dall’essere un tecnico avviato ad una carriera di progettazione, a diventare un direttore artistico in grado di organizzare oltre 500 concerti, per poi trasformarmi di nuovo in quello che sono oggi.  Un marketer. Fino a quando vorrò.

multipotenzialità e produttività

Ciao sono Dino! 

Sono passato in alcuni anni dall’essere un tecnico avviato ad una carriera di progettazione, a diventare un direttore artistico in grado di organizzare oltre 500 concerti, per poi trasformarmi di nuovo in quello che sono oggi.  Un marketer e soprattutto un amichevole professore di quartiere. E si, anche un Life Coach.  Fino a quando vorrò.

Cosa è un life coach...giusto per chiarire

Partiamo intanto da questo presupposto: che cos’è il coaching? 

 

Nello specifico parliamo di personal Life coaching.

Il coaching è un percorso di accompagnamento, attraverso il quale si affianca una persona facilitandole la visualizzazione e l’attuazione del proprio percorso. 

 

La si aiuta a definire un percorso personale, autentico ed in linea con la propria percezione. Quel percorso che spesso non vediamo perché: 

 

 

  • Completamente invasi e sopraffatti dalle molteplici passioni che abbiamo accumulato
  • Dai troppi percorsi intrapresi.
  • Sopraffatti dagli impegni anche legittimi della nostra vita.
  • Dal rumore di fondo che ci circonda.
  • E dal rumore di insuccessi passati e paure future.

 

Sostanzialmente, un coach è un compagno di viaggio preparato a utilizzare strategie che potenzino la tua capacità di vedere. Detto così può suonare un po’ mistico, ma in realtà è qualcosa di molto pratico e attuativo.

 

 

Per spiegarti meglio di cosa si tratta e in che modo potrebbe esserti utile, ti lascio qui sotto un articolo. Lo trovi sotto.

 

Detto questo partiamo con le 4 domande

 

 

Life coach: cosa è il life coaching e 3 modi in cui potrebbe aiutarmi se sono multipotenziale Life coach. Tra tutte le varie …

1. Quando mi sono sentito davvero me stesso, l’ultima volta? E cosa stavo facendo?

Ecco la prima domanda per sfruttare le vacanze estive.

 

Il momento in cui iniziamo a spegnerci è quel momento in cui, in qualche modo, ci siamo persi per strada. È il momento in cui ci siamo lasciati sopraffare dal volume di tutto ciò che ci circonda: dal suono assordante del mondo, degli impegni, degli orari di lavoro, degli amici del calcetto, del club del libro, del corso sull’intelligenza artificiale, della passeggiata in riva al fiume, del weekend fuori porta, della gita al lago, della nuova macchina da scegliere.

 

Ora, se ci fai caso, molte delle cose che ti ho appena elencato sono impegni più che leciti. Alcuni addirittura piacevoli. 

 

Ma tutti insieme diventano quel calderone infinito che non sempre assolve allo scopo. 

 

Non sempre quella gita fuori porta ci ha davvero ricaricato. A volte è stato solo l’ennesimo impegno, sommato allo stress di un lavoro che non torna, o di una macchina nuova fiammante che sì, ci piace, ma si porta dietro anche un filo d’ansia. Una rata. Un pensiero in più.

 

Questo grande, magico volume di “fare” ci fa perdere di vista la parte più essenziale di noi.

 

 

Ecco perché, se c’è una domanda potente da porsi quest’estate, è proprio questa: cosa stavo facendo l’ultima volta in cui mi sono sentito una persona viva? Cosa stava accadendo in quel momento?

 

 

Isolare quegli attimi e appuntarseli è un passo fondamentale. Serve per iniziare quel lavoro di auto-discovery, di viaggio interiore, che ci permette di rintracciare i piccoli pezzettini di pane che abbiamo lasciato lungo il percorso. 

 

E da lì, ripartire. Sfruttare le vacanze estive per ricostruire qualcosa che abbia davvero senso è un gran traguardo

 

 

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2. Cosa mi sto imponendo di volere anche se non mi appartiene più?

Questa è la seconda domanda. 

Ed è una domanda estremamente potente. 

 

Ovviamente, è strettamente legata alla prima. 

 

Perché se da un lato c’è quella parte che ci rende felici, dall’altro ci sono le imposizioni. E tutti noi ne abbiamo, moltissime. Perché la vita è quella che è. E spesso è più un’equazione matematica che un’ispirazione. Perché le spese che abbiamo, tutto l’involucro “vita” che ci siamo costruiti, sostanzialmente va mantenuto.

 

Ecco che allora questo ci porta, quasi inevitabilmente, a condizionare la nostra percezione. 

 

A leggere come “buona” una cosa che in realtà, sotto sotto, non ci risuona affatto. O che semplicemente non è più in linea con quello che siamo oggi.

La domanda vera è: quali sono queste cose che ci stiamo raccontando come se fossero un nostro desiderio, un nostro valore… quando invece non hanno niente a che vedere con il volere? Sono solo — e forse soltanto — doveri. 

 

E non sempre doveri puliti, chiari, scelti. 

A volte sono doveri viziati. Costretti dalle situazioni. 

Gonfiati da contesti, da aspettative, da abitudini.

 

Quali sono queste cose?

 

Individuarle è un punto di partenza potente per riflessioni infinite e per l’inizio di nuovi sentieri. E sfruttare le vacanze estiveper intraprenderli è un’ottima mossa.

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3. Quanto i si che ho detto (controvoglia) hanno condizionato il mio oggi?

Fino ad ora abbiamo parlato di condizionamenti esterni. Di tutto ciò che accade fuori e che, più o meno esplicitamente, ha influenzato la nostra vita e la nostra percezione.

 

Ecco, è importante capire una cosa: che tutto ciò che ci accade è un condizionamento, ed è assolutissimamente vero. Ma, di fatto, quasi sempre — anche quando pensiamo il contrario — abbiamo noi il volante in mano.

Quando dico “anche quando pensiamo il contrario”, intendo dire che persino nelle condizioni più difficili, per quanto il contesto possa pesare, esistono comunque delle azioni che possiamo compiere.

 

Possiamo scegliere come lasciar entrare — o meno — una situazione nella nostra vita. Possiamo impedirle di entrare a gamba tesa, come faceva Paolo Maldini arrivando a 300 all’ora dalla fascia.

 

Certo, non sempre possiamo controllare ciò che ci circonda. A volte la vita è più forte di noi. Ma esiste sempre qualcosa che possiamo fare per depotenziare ciò che ci mette sotto scacco.

 

Accorgersene è fondamentale. 

 

Perché prendere coscienza del nostro potere decisionale — reale, concreto, potente — è ciò che ci restituisce dignità. 

 

I nostri sì, i nostri no, le nostre azioni: sono questi i veri elementi che determinano la direzione. E riconoscere questo ci riporta al centro.

 

Ci ricorda che razza di incredibili esseri siamo noi esseri umani. 

E di quanta stima dovremmo avere di noi stessi, davvero.

 

Quindi pensaci. Ma pensaci anche in positivo.

 

Avrei potuto cambiare questa cosa?
Se la risposta è sì, sappi che sei ancora nelle condizioni di farlo.
Sfruttare le vacanze estive per prepararsi a farlo – con serenità – potrebbe essere la prima di molte azioni positive.

SEI IN DIFFICOLTÁ?

I tuoi molteplici interessi ti stanno mettendo in scacco e ti hanno impedito di crearti un percorso lavorativo chiaro ed appagante? Se ti va ho pensato di aprire questo spazio sicuro. Un modo per fare due parole e darsi una pacca sulla spalla a vicenda. Ovviamente non costa nulla.

4. Cosa possa eliminare per fare spazio e vedere meglio?

La quarta e ultima domanda su cui ti invito a riflettere ha ancora a che fare con il tuo potere decisionale. E con la liberazione da una schiavitù implicita, che spesso non percepiamo nemmeno.

 

Abbiamo parlato dei nostri no, abbiamo parlato del potere di scegliere, abbiamo parlato di quanto i condizionamenti esterni siano determinanti, e di come ci impediscano, a volte, di capire davvero cosa vogliamo, cosa non vogliamo, cosa desideriamo. 

 

Abbiamo parlato di quanto il volume di fondo condizioni la nostra percezione.

 

Ora, c’è un elemento chiave da considerare: se stiamo valutando di intraprendere un percorso, se sentiamo che abbiamo davanti qualcosa da affrontare, un ostacolo da superare, quel compito diventa tanto più percorribile quanto più piccolo è l’ostacolo.

 

E sì: ciò che ci circonda, ciò che possediamo, spesso è un ostacolo.

 

Quanto della nostra vita, del nostro presente, della nostra quotidianità deve esserci? E quanto invece è lì solo perché ci siamo ritrovati dentro, senza accorgercene? 

 

Perché non ci siamo fermati a osservare quanto stavamo accumulando: impegni, oggetti, interessi, cose da fare.

 

Quanto di tutto quello che hai attorno — passioni incluse — è veramente necessario?


Perché tutto ciò che non è necessario è un peso. È qualcosa in più da gestire.

 

E il costo emotivo dell’avere cose in più va ben oltre il doverle pulire, o il dover rispettare quell’impegno in più, o uscire una volta di troppo. È un peso invisibile, aggiunto al peso già enorme della nostra vita.

 

Liberarsi — di cose, di impegni, a volte persino di passioni che non ci somigliano più — è un ottimo punto di partenza.


Serve per fare chiarezza, per ridimensionare, per tornare a vedere il sentiero che abbiamo di fronte in modo più nitido.

 

Tutto questo, inevitabilmente, ha anche a che fare con i nostri valori. Perché eliminare è un modo per evidenziare. Per mettere a fuoco ciò che conta davvero.

 

Quale parte di ciò che ti circonda è veramente necessaria, e quale invece può lasciare spazio?


Questa è un’ottima domanda su cui riflettere. Sotto l’ombrellone, sì. Ma anche ogni volta che ti accorgi che qualcosa ti pesa addosso senza un vero motivo.

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sfruttare le vacanze estive per uscire dalla crisi con domande potenti

Siamo arrivati in fondo.

In questo articolo ho voluto suggerirti quattro domande molto potenti per riprendere in mano il tuo percorso, partendo proprio dalle vacanze estive.

 

Sfruttare l’estate per riflettere è importante. Molto importante.
Perché se non trovi tempo durante le vacanze, in totale relax… quando ce l’hai?

 

 

SAPEVI DEL CANALE TELEGRAM?

Da poco è attivo anche un canale telegram.
Si sta creando una community in cui chiacchierare, avere accesso a contenuti riservati e ad atività esclusive.


Ad esempio una video- call collettiva in cui fare rete…una volta al mese.

L’accesso è gratuito, ma il valore del progetto è inestimabile (mia onesta opinione).
Puoi accedere usa il link qui sotto.


ACCEDI ADESSO

 

Lo so, queste sono domande aperte. Sono domande che portano lontano, in direzioni diverse. E da quei luoghi, poi, ci si deve in qualche modo spostare.


Ce la puoi fare, ne sono convinto.

 

Ma qualora sentissi il bisogno di fare quattro chiacchiere, o semplicemente di qualcuno che ti assista durante il percorso, qui trovi il link per scrivermi e fissare una call gratuita.

 

Nel frattempo, ti auguro buone vacanze.
E buone riflessioni.

E se tutti i martedì condividessi con te idee e suggerimenti per aggiungere, ogni settimana, un pezzettino in più di consapevolezza nella tua gestione del tempo?

 

Cosa dici, potrebbe darti una mano? Se ti va di investire 5 minuti di lettura per ripartire con le pile cariche, c’è LEGGERMENTE. La mia newsletter. Leggila. Con Leggerezza.

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