Il "work life balance" è una cag6ta pazzesca

Il “work-life balance” è una cagata pazzesca. Punto.
E non hai letto male.
Quest’idea promossa dagli esperti di gestione del tempo, sostenuta dalle aziende che “tengono” alla tua serenità mentale, o ancora, applaudita da una schiera di magazine e di narrativa del lavoro, che predicano l’equilibrio tra vita lavorativa e privata, come mantra del futuro della produttività, è aria fritta.
Niente di più.
E forse è giunto il momento di scavare un po’ più a fondo e di chiederci se davvero è la panacea universale che tutti stanno cercando.
Perché il “work life balance”, si basa su presupposti assurdi, che hanno senso solo ed esclusivamente se partono da un assunto preciso.
Che però quasi mai viene sottolineato.
Quale?
Per scoprirlo devi leggerti tutto l’articolo e se non sarai d’accordo, replicare nei commenti.

Ciao sono Dino!
Sono passato in alcuni anni dall’essere un tecnico avviato ad una carriera di progettazione, a diventare un direttore artistico in grado di organizzare oltre 500 concerti, per poi trasformarmi di nuovo in quello che sono oggi. Un marketer. Fino a quando vorrò.

Ciao sono Dino!
Sono passato in alcuni anni dall’essere un tecnico avviato ad una carriera di progettazione, a diventare un direttore artistico in grado di organizzare oltre 500 concerti, per poi trasformarmi di nuovo in quello che sono oggi. Un marketer. Fino a quando vorrò.
Cosa si intende per work life balance?
Prima però un attimo di chiarezza.
Per “work-life balance” si intende la ricerca della giusta distribuzione di tempo, energie e impegni tra la sfera lavorativa e quella personale.
In altre parole, si tratta di trovare un punto d’equilibrio tra le responsabilità e gli obblighi legati al lavoro, e le attività e gli interessi personali al di fuori del contesto lavorativo.
Vita contro lavoro.
O meglio. Vita pari al lavoro.
Quanto è importante il lavoro nella vita?

Partiamo da questa domanda.
È inutile prendersi in giro.
Nella società contemporanea il lavoro è determinante.
E non lo è solo ed esclusivamente in virtù del fatto che per campare devi lavorare.
Lo è anche in virtù del fatto che per campare, devi svolgere un lavoro che nell’80% dei casi è un’attività che non ti sta soddisfacendo.
Soviente siamo insoddisfatti per via di:
- Stipendi troppo bassi.
- Rapporto con i colleghi o con i responsabili non all’altezza.
- Frustrazione costante.
- Perpetua sensazione che non vi sia alternativa all’odiato luogo di lavoro.
E spoiler, molto spesso la nostra insoddisfazione è più che sacrosanta.
Ecco quindi il primo punto che tende a far vacillare il work Life balance.
E lo spieghiamo meglio.
” Come posso pensare di trovare equilibrio tra un lavoro – che con ottime probabilità non amo – e la mia vita personale – che è il momento in cui mi dedico veramente a me stesso?”
Quanto è importante la vita privata?
Anche qui, è il caso di non prendersi in giro.
La vita personale, la sfera privata, è preponderante.
Soprattutto da dopo la pandemia, l’esigenza di autorealizzarsi al di fuori dell’ambito lavorativo ha preso sempre più piede.
Basta aprire un social per notare come la voglia di viaggiare, di esplorare , di non perdere nemmeno un secondo della propria esistenza abbia imperniato la vita di molti.
E non è solo narrazione social. C’è anche quella, ma non c’è solo quella. C’è necessità di scoperta e di evoluzione di se stessi.
E non è necessario arrivare a questi cambiamenti radicali.
L’esigenza di ritrovarsi sempre più all’interno della sfera familiare, è una necessità che sempre più persone palesano.
Vuoi per l’insoddisfazione cronica legata al lavoro di cui poc’anzi abbiamo parlato, vuoi per la consapevolezza che il tempo che passiamo su questo pianeta non è poi molto e trovare il modo di viverlo come desideriamo diventa prioritario.
Come vivere meglio il lavoro?

In epoca moderna abbiamo preso la quasi sempre sana abitudine di dare un nome a tutto.
Evidentemente lo squilibrio tra vita e lavoro è stato talmente alto per talmente tante generazioni, da necessitare gli venisse dato un nome perché potesse palesarsi come una reale presenza nella nostra vita.
Gliel’abbiamo dato e la narrazione del lavoro unita alla potenza social ci ha portato a sentirne parlare in continuazione.
E adesso che parliamo così frequentemente di work Life balance , ci siamo convinti che probabilmente trovare l’equilibrio tra un lavoro che ci fa schifo e una vita che vorremmo migliore, è la solo soluzione plausibile.
La realtà però è che con queste premesse non può esistere un equilibrio sano tra lavoro e vita.
Sorridendo, verrebbe da dire che l’unico percorso sensato sarebbe lo squilibrio tra vita e lavoro, con la bilancia a favore della prima.
Quindi.
Come è possibile parlare di equilibrio e vivere meglio il proprio lavoro?
Porsi la domanda delle domande.
È necessario fare chiarezza per capire quali sono le scelte che vogliamo portare avanti.
Un viaggio interiore che ci consenta di capire quali sono i nostri valori principali e quali sono le cose a cui vorremmo davvero rinunciare.
Voglio più tempo libero? Forse dovrò mettere in conto di avere uno stipendio meno corposo.
Voglio uno stipendio più corposo? Forse dovrò mettere in conto di rinunciare a una parte di vita personale, forse dovrò dedicare più ore al lavoro, o forse addirittura dovrò cercare un altro posto di lavoro. Magari lontano da casa.
Però prima di capire quale dei due scenari rappresenta quello che più desideriamo, la necessità è quella di comprendere quali sono veramente le corde della nostra vita che vogliamo suonare.
Comprendere che è assolutamente possibile uscire dal racconto che se non ti ammazzi di lavoro non campi – perché puoi farlo magari effettuando delle rinunce.
E comprendere allo stesso tempo che se anche è possibile farlo , non è detto amerai fare quelle rinunce.
Forse sì, ma non è poi così scontato.
Oppure c’è un’ulteriore ipotesi.
L’ipotesi è quella di non fermarti alle opzioni che ti vengono proposte, ma di provare a trovare un tuo percorso, che ti consenta di svolgere quotidianamente un lavoro chiami, che ti dia serenità, e che al tempo stesso non sottragga tempo ai tuoi affetti.
Forse il tuo problema è solo quello di trovare un lavoro che sia in sintonia con te, anche se non ti renderà ricco. Se sei una persona multipotenziale è una possibilità più che concreta.
Work life balance: la vera soluzione.

All’inizio di questo articolo ti ho suggerito vi fosse un’unica vera soluzione.
E sono qui pronto per dirtela.
La sola ed unica soluzione plausibile per favorire un bilanciamento tra vita e lavoro è quella di imparare a scegliere.
Hai letto bene.
Imparare a scegliere e smetterla di subire.
Rendersi conto che quando una decisione o una rinuncia diventa una nostra scelta, in quel preciso momento la nostra motivazione e la nostra soddisfazione è alle stelle.
Quando la medesima decisione e la medesima rinuncia le subiamo invece come un’imposizione, è quello il preciso momento in cui veniamo assaliti dalla frustrazione.
Quindi?
Quindi piuttosto che inseguire un work Life balance a scatola chiusa, allo scopo di trovare un finto equilibrio, cerca prima di capire qual è l’equilibrio che vuoi dentro di te.
Cerca prima di scovare quali sono le cose a cui vuoi dare valore e fare in modo che una volta che le avrai comprese, determinino le tue scelte future.
Una volta che le tue scelte saranno attuate, in quel preciso momento troverai soddisfazione e motivazione e il bilanciamento nella tua vita esisterà a prescindere.
Ho finito.
I commenti per dirmi cosa ne pensi – e sarebbe bellissimo lo facessi – falli pure sotto.
Ci leggiamo il prossimo articolo.

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