La sindrome dell’impostore e l’arte di sentirsi una truffa – live canale Telegram​

La sindrome dell’impostore e l’arte di sentirsi una truffa - live canale Telegram

C’è un momento nella vita di ogni multipotenziale in cui si ferma, guarda il cielo (o il soffitto, più spesso) e si chiede:
“Ma io… che ci sto a fare qui?”

E non in senso esistenziale, cioè si, anche. Talvolta però questa domanda ha proprio un senso pratico, terra-terra, professionale, sociale, relazionale.

Ma io sono davvero all’altezza?

Mi stanno davvero dando fiducia per merito?

O ho solo convinto tutti per un attimo, e tra un po’ mi scopriranno?”

 

Ecco: se stai leggendo questo articolo, queste domande ti passano per la mente. 

 

Quella sensazione che ti fa pensare di essere un errore in corso d’opera, il fantasma del louvre delle tue giornate, colui che opera ma senza essere legittimamente in grado di farlo e così, similitudine dopo similitudine.

 

Durante una call collettiva nel canale Telegram, ci siamo lanciati in questa tana del bianconiglio. 

 

Abbiamo parlato di 1- come si manifesta nella vita vera, di come si 2- manifesta per alcuni di noi in maniera inaspettata e di 3- come affrontarla. Tutto diviso ed elencato ordinatamente in 3 macro – aree all’interno di questo articolo.

 

 

 

Il tema – ricordo – era la sindrome dell’impostore, ma con sfumature molto reali: vite vissute, esperienze vissute, e anche qualche colpo basso del perfezionismo.
Qui raccolgo tutto quello che è venuto fuori, tra riflessioni, racconti, ironie e piccoli epifanie collettive.
multipotenzialità e produttività

Ciao sono Dino! 

Sono passato in alcuni anni dall’essere un tecnico avviato ad una carriera di progettazione, a diventare un direttore artistico in grado di organizzare oltre 500 concerti, per poi trasformarmi di nuovo in quello che sono oggi.  Un marketer. Fino a quando vorrò.

multipotenzialità e produttività

Ciao sono Dino! 

Sono passato in alcuni anni dall’essere un tecnico avviato ad una carriera di progettazione, a diventare un direttore artistico in grado di organizzare oltre 500 concerti, per poi trasformarmi di nuovo in quello che sono oggi.  Un marketer e soprattutto un amichevole professore di quartiere. Fino a quando vorrò.

1. Otto modi in cui si manifesta questa benedetta sindrome nella vita vera

Iniziamo dal vissuto. Da come impatta nelle nostre giornate, da come dobbiamo farci i conti. Tra le varie cose che ci siamo raccontati – alcune non usciranno dal fight club della call live – abbiamo isolato 8 punti che probabilmente ti ricorderanno giornate passate rosicando. 

 

1.1 Ti senti un impostore… anche nel sentirti un impostore

Sì, sembra un gioco di parole, ma è un vero e proprio paradosso mentale. Ti senti falso anche mentre provi la sensazione stessa di sentirti falso. Un doppio loop emotivo che manda in crash anche i cervelli più strutturati.

 

 

 

1.2 Hai il terrore della domanda che ti smaschererà

La classica scena: sei davanti a una platea, a una call, a un cliente… e nella tua testa parte il film: “E se mi chiede quella cosa che non so? E se scopre che non sono così preparato?”
La realtà? Nessuno sa tutto. Ma la sindrome ti fa dimenticare anche questo principio basilare.

 

 

 

1.3 Sai fare un sacco di cose, ma ti sembrano tutte “poco”

È il dramma del multipotenziale. Sai cucinare, scrivere, progettare, smontare un PC e pure costruire un orto. Ma niente ti sembra mai “sufficiente” per definirti qualcosa. Perché non sei “il migliore” in nessuna di queste.

 

 

 

1.4 Dubiti sempre di te, anche dopo aver studiato

Ti prepari, studi, leggi, ti formi, ti aggiorni. Eppure, la sensazione di non sapere abbastanza resta lì, appesa come un post-it in fronte. Gli altri magari improvvisano tre concetti presi su Wikipedia e sembrano perfetti. Tu? Impostore.

 

 

 

1.5 Sei bravo, ma pensi che non basti a legittimarti

Hai fatto una buona presentazione, un buon progetto, una buona consulenza. Ti fanno i complimenti. Ma tu pensi che sia stato un colpo di fortuna. O peggio, che stiano solo cercando di farti sentire meglio.

 

 

 

1.6 Ti confronti continuamente con gli altri (e perdi sempre)

Che sia il collega elegante, il prof con vent’anni di carriera, la mamma che riesce a fare tutto e anche il pane in casa, tu ti senti sempre un gradino sotto. Anche se spesso, razionalmente, non c’è motivo.

 

 

1.7 Il perfezionismo ti inchioda sul traguardo

Sei all’80%, potresti chiudere. Ma no. Potresti farlo meglio. E quindi lasci lì, in sospeso. Incompiuto. Perché il meglio è nemico del bene… ma tu vuoi comunque provarci. Anche a costo di non concludere.

 

 

1.8 La sindrome ti colpisce quando molli il colpo

Finché sei in azione, tutto fila. Sei concentrato, risolvi, sei efficiente. Ma basta un attimo di pausa, una sera in cui ti fermi… ed eccola che arriva. Come un temporale a ciel sereno. E ti fa mettere in dubbio tutto quello che hai appena fatto.

SEI IN DIFFICOLTÁ?

I tuoi molteplici interessi ti stanno mettendo in scacco e ti hanno impedito di crearti un percorso lavorativo chiaro ed appagante? Se ti va ho pensato di aprire questo spazio sicuro. Un modo per fare due parole e darsi una pacca sulla spalla a vicenda. Ovviamente non costa nulla.

SE INVECE SAI CHE UN CAFFÈ NON BASTERÁ, DAI UN’CCHIATA A QUESTA PAGINA.

2. Cinque casi reali in cui la sindrome si è fatta sentire forte e chiara

Nella vita di ognuno di noi la sindrome dell’impostore ha impattato in maniera differente. Alcuni casi sono più specifici che altri, e proprio per questo, di questi casi parliamo separatamente.

2.1 “Ho fatto mille lavori e ancora non so chi sono”

Una partecipante racconta una carriera pazzesca: da commessa a direttrice commerciale, passando per imprenditoria nel wedding, uffici acquisti, progetti educativi e digitali. Eppure, il dubbio resta: “Ma che identità professionale ho? Sono all’altezza del ruolo che ho oggi?”

2.2 “All’università avevo sempre paura di essere scoperta”

Una ragazza racconta come non si sentisse mai pronta per sostenere un esame. Studiava tanto, capiva, sapeva. Ma bastava l’idea di una domanda fuori copione –  aui non saper dare risposta – per sentirsi una truffa intellettuale.

2.3 “Essere punto di riferimento mi mette sotto i riflettori”

C’è poi la faccenda di come talvolta l’idea di essere un esempio sia di non semplice gestione. Mi ci metto dentro anche io. Da docente,  l’idea di essere d’esempio – agli studenti, ai figli, ai colleghi – non sempre è gratificante. A volte diventa un palco non richiesto, con ansia da prestazione inclusa. Essere d’esempio è bello, ma logora.

 

2.4 “Se sei un Jolly, sei utile solo se ti sanno usare”

Bellissima metafora emersa in call: il multipotenziale è un Jolly. Può fare tutto, ma ha bisogno di un contesto in cui essere “giocato”. Se resta in mano a chi non sa usarlo, è solo una carta sprecata. E questo fa male. E se ti restao in mano solo dei jolly, a scala 40 non chiuderai mai.

2.5 “Quando brilli, gli altri si tirano indietro”

Una delle partecipanti, racconta il suo progetto sociale : visione, passione, dedizione totale. Ma più lei corre, più il suo team si ritira nell’ombra. “Tanto lo fai tu meglio” – ed è lì che si sente sola e… impostora.

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3. Sette idee per convivere con la sindrome senza farla vincere

Veniamo alla parte delle soluzioni. Ne abbiamo parlato molto e abbiamo aperto post it, cassetti, armadi di emozioni e di riflessioni . Difficile riassumere il tutto quì in modo tale che sia comprensibile. Ma lo si fa ugualmente perché qualcuno – dannazione – dovrà pur farlo. E mi tocca.

3.1 Condividi i tuoi dubbi, ti sentirai meno solo

 

Sentire altri raccontare le tue stesse insicurezze è un balsamo. Ti fa capire che non sei “sbagliato”, ma parte di una tribù silenziosa di persone iperconsapevoli. In sostanza il gruppo telegram è fighissimo.

 

 

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Da poco è attivo anche un canale telegram.
Si sta creando una community in cui chiacchierare, avere accesso a contenuti riservati e ad atività esclusive.


Ad esempio una video- call collettiva in cui fare rete…una volta al mese.

L’accesso è gratuito, ma il valore del progetto è inestimabile (mia onesta opinione).
Puoi accedere usa il link qui sotto.


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3.2 Accetta che il “perfetto” non esiste

Il meglio è nemico del bene. E spesso il tuo “buono” è già “ottimo” per chi ti ascolta, legge, guarda, assume. Chiudere un lavoro al 90% è meglio che non chiuderlo mai per voler arrivare al 101%.

 

3.3 Impara a stare nel presente

La sindrome si nutre del futuro: del “non sono ancora”, del “quando sarò”. Se invece guardi cosa hai fatto oggi, anche solo oggi, magari scopri che sei già qualcosa di valido.

 

3.4 Ricordati chi sei e cosa conta per te

Valori. Autenticità. Tempo. Rispetto. Impatto. Quando perdi il contatto con questi, la sindrome ti sbrana. Quando li rimetti al centro, si quieta. Non è poesia, è pratica.

 

3.5 Smetti di aspettare conferme esterne

Gli altri non ti vedranno mai esattamente come vuoi essere visto. E forse è meglio così. Inizia tu a vederti per quello che sei: una persona piena di risorse, anche se non ha ancora scritto “CEO” sulla bio di LinkedIn.

 

3.6 Coltiva il tuo “perché”

Se sai perché fai ciò che fai – anche se non lo monetizzi ancora – hai una rotta. E quando hai una rotta, anche se sbagli qualche manovra, non ti perdi.

 

3.7 Ricordati che essere multipotenziali è un dono, non un limite

Essere un Jolly ti rende versatile, curioso, capace. Sì, è faticoso. Ma è anche un superpotere. Basta imparare a usarlo. E, ogni tanto, a farlo usare dagli altri.

Sindrome dell'impostore vista da persone reali. conclusioni

Riassumere un’ora e mezza di call collettiva, dove più persone mettono sul tavolo esperienze di vita, passioni, emozioni, frustrazioni e gioie, non è semplice. 

 

E infatti, non poteva venirne fuori altro che un elenco. 

 

Ma sono convinto che, proprio in quell’elenco, anche tu possa trovare le tue briciole di pane da seguire per uscire – almeno un po’ – dal tuo labirinto.

Non fosse altro per renderti conto che tante persone, là fuori, hanno vissuto esattamente le stesse cose che hai vissuto tu.

 

Alcuni temi emersi nella call non li ho volutamente approfonditi qui. Ad esempio, abbiamo parlato di cosa significhi davvero, per una persona multipotenziale, lasciare il segno. Un argomento talmente ricco che ho deciso di dedicarci un articolo a parte. A breve disponibile.


Abbiamo anche toccato il tema dei valori, e di quanto siano fondamentali per tenere a bada – o meglio, per rimettere al proprio posto – la sindrome dell’impostore. 

 

Su questo, qualcosa ho già accennato.

 

In ogni caso, credo che questo articolo rappresenti bene lo spirito della conversazione.


Se vuoi approfondire, se ti interessa l’argomento, o se semplicemente ti va di sentire che non sei solo (o sola), ti invito a unirti al canale Telegram e partecipare alle prossime call.


Per quanto io possa cercare di tirare fuori l’essenza di ciò che ci diciamo, qualcosa inevitabilmente andrà perso per strada.


Ma l’effetto live, quello no. Quello ha tutta un’altra botta.

Ci vediamo su Telegram.

E se tutti i martedì condividessi con te idee e suggerimenti per aggiungere, ogni settimana, un pezzettino in più di consapevolezza nella tua gestione del tempo?

 

Cosa dici, potrebbe darti una mano? Se ti va di investire 5 minuti di lettura per ripartire con le pile cariche, c’è LEGGERMENTE. La mia newsletter. Leggila. Con Leggerezza.

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