Basso tono dell'umore e multipotenzialità: quando vengono minacciate le nostre passioni

Basso tono dell’umore.
Se sei una persona con molte passioni, potenzialmente con un’attitudine multipotenziale, e fai dell’entusiasmo una componente fondamentale per portare avanti i tuoi obiettivi, sai bene quanto il basso tono dell’umore possa essere una grandissima fregatura.
Significa non avere l’energia per realizzare ciò che desideri, vedere il tempo scivolare via senza riuscire a renderlo produttivo, osservare i progetti bloccarsi e non compiersi.
Da queste premesse è nata la nostra ultima call all’interno del gruppo Telegram.
Abbiamo discusso insieme di come il basso tono dell’umore influisca sulle nostre vite da multipotenziali e sulle nostre attività quotidiane.
In questo articolo voglio riassumere i punti chiave che sono emersi durante il confronto, quelli che ho avuto modo di annotare.
Se anche tu senti di avere mille passioni, cerchi di esplorarle nel tempo e fai fatica a trovare un percorso lineare, potresti trovare utile unirti al nostro canale Telegram.
Toverai una community di supporto e queste call collettive in cui cerchiamo, insieme, di fare chiarezza e trovare strategie comuni.
Continua a leggere l’articolo per vedere cosa è emerso.
Disclaimer: Vorrei che fosse chiaro fin da subito che quello che diremo non deve essere considerato come sostitutivo del lavoro di una persona specializzata. Se il basso tono dell’umore diventa persistente, paralizzante o incide profondamente sulla qualità della vita, è sempre consigliato rivolgersi a un professionista della salute mentale. Quello che esploriamo qui è il lato più quotidiano e gestionale di questa condizione, ma nulla sostituisce il supporto adeguato quando necessario.

Ciao sono Dino!
Sono passato in alcuni anni dall’essere un tecnico avviato ad una carriera di progettazione, a diventare un direttore artistico in grado di organizzare oltre 500 concerti, per poi trasformarmi di nuovo in quello che sono oggi. Un marketer. Fino a quando vorrò.

Ciao sono Dino!
Sono passato in alcuni anni dall’essere un tecnico avviato ad una carriera di progettazione, a diventare un direttore artistico in grado di organizzare oltre 500 concerti, per poi trasformarmi di nuovo in quello che sono oggi. Un marketer e soprattutto un amichevole professore di quartiere. Fino a quando vorrò.
Le cause del basso tono dell’umore: un minimo di distinguo
Ovviamente, il basso tono dell’umore può avere cause diverse, tra le più disparate. Per questo, prima di entrare nel vivo di ciò che è emerso dal nostro confronto, è utile fare un minimo di distinguo tra le varie possibili origini.
Possiamo suddividerle in 5 macro-categorie:
- Cause biologiche – Squilibri neurochimici, predisposizione genetica, disturbi ormonali, malattie croniche.
- Cause psicologiche – Stress prolungato, traumi passati, bassa autostima, pensiero negativo.
- Cause sociali – Isolamento, problemi familiari, difficoltà economiche, conflitti interpersonali.
- Cause ambientali – Cambio di stagione, inquinamento, mancanza di luce solare, condizioni lavorative difficili.
- Cause comportamentali – Sedentarietà, abuso di sostanze, cattiva alimentazione, privazione del sonno.
Questa distinzione serve a evitare di trattare il basso tono dell’umore come un blocco unico. Spesso, infatti, la sua origine è multifattoriale e richiede soluzioni diverse a seconda del contesto.
Di certo le cause del basso tono dell’umore che abbiamo individuato nella nostra call sono legate ai campi, sociali, ambientali e comportamentali.
Per le altre cause e se senti di ricadere nei primi due gruppi, fa fede il disclaimer che hai letto nell’introduzione.
Quello che faremo adesso è provare ad isolare le cause che abbiamo individuato nella nostra piccola cerchia.
SEI IN DIFFICOLTÁ?
I tuoi molteplici interessi ti stanno mettendo in scacco e ti hanno impedito di crearti un percorso lavorativo chiaro ed appagante? Se ti va ho pensato di aprire questo spazio sicuro. Un modo per fare due parole e darsi una pacca sulla spalla a vicenda. Ovviamente non costa nulla.

SE INVECE SAI CHE UN CAFFÈ NON BASTERÁ, DAI UN’CCHIATA A QUESTA PAGINA.
Il legame tra umore e produttività: un doppio vincolo
Durante la call, uno dei primi temi emersi è stato il legame tra il basso tono dell’umore e la difficoltà di portare avanti le proprie passioni.
Molti hanno sottolineato come il calo di energia e motivazione sia scaturito proprio dall’impossibilità di dedicare tempo sufficiente a ciò che amano, perché vincolati a lavori più strutturati, quelli che permettono loro di guadagnarsi da vivere.
Ma è stato interessante notare come alcuni abbiano sperimentato anche il processo inverso: dedicare troppo tempo alle proprie passioni può generare senso di colpa per aver sottratto energie al lavoro principale.
Questo crea un circolo vizioso in cui non si riesce a trovare un equilibrio tra ciò che si ama fare e ciò che si deve fare.
La multipotenzialità, per sua natura, porta a un forte slancio verso l’esplorazione, ma quando questo desiderio viene frustrato – sia per mancanza di tempo sia per un eccesso di coinvolgimento – il risultato può essere un senso di stagnazione e, di conseguenza, un abbassamento dell’umore.
Da poco è attivo anche un canale telegram.
Si sta creando una community in cui chiacchierare, avere accesso a contenuti riservati e ad atività esclusive.
Ad esempio una video- call collettiva in cui fare rete…una volta al mese.
L’accesso è gratuito, ma il valore del progetto è inestimabile (mia onesta opinione).
Puoi accedere usa il link qui sotto.
Quando il tempo ci sfugge: inconcludenza e frustrazione
Un altro aspetto emerso riguarda i momenti di blocco e inconcludenza.
Succede quando abbiamo troppi progetti avviati e non riusciamo a portarli avanti con continuità. Il basso tono dell’umore, in questi casi, si insinua in una sensazione di tempo che scorre senza che nulla si concretizzi.
Questa condizione è particolarmente frustrante per chi ha una mentalità multipotenziale, perché la realizzazione passa spesso dall’azione e dalla sperimentazione.
Quando ci sentiamo immobili, il rischio è di cadere in un’inerzia che alimenta ulteriore frustrazione.
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L’effetto alienazione: quando il lavoro non ci rappresenta
Un altro spunto importante della discussione ha riguardato la dissonanza tra ciò che facciamo e ciò che sentiamo di essere.
Alcuni hanno raccontato di provare un senso di distacco dalla propria identità nel momento in cui svolgono un’attività che non li rappresenta pienamente.
Questa alienazione si manifesta con una sorta di disconnessione dalla propria routine: ci si sente presenti fisicamente, ma distanti mentalmente, quasi come osservatori esterni della propria vita.
È una sensazione comune tra chi ha tante passioni ma deve incastrarle in un sistema che non sempre le valorizza.
Queste difficoltà riscontrate e condivise, ci ha portato fisiologicamente a mettere sul piatto anche tutta una serie di soluzioni. Ognuno di noi ha trovato nel corso del tempo le proprie strategie. Te ne parlo ora.
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L’effetto sabbia nel barattolo: aspettare prima di agire
Uno spunto più interessanti della call è stato il concetto di effetto sabbia nel barattolo.
Quando abbiamo troppi pensieri che ci affollano la mente e la frustrazione è alta, la nostra mente diventa come un barattolo pieno di acqua e sabbia.
Se il barattolo viene agitato, la sabbia si alza e rende l’acqua torbida. L’unico modo per far tornare l’acqua limpida è aspettare che la sabbia si depositi.
Allo stesso modo, quando ci troviamo in una situazione di forte stress emotivo e basso tono dell’umore, la prima azione utile è non agire immediatamente, ma attendere un minimo di ristabilizzazione fisiologica.
Indispensabile la pazienza in questo caso e la capacità di convivere con il proprio umore. A questa considerazione se ne aggiunge una che voglio però dirti in conclusione di questo articolo.
Una volta ritrovata una base di serenità in tutti i casi, tutto diventa più semplice.

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Il potere dell’azione: interrompere la procrastinazione
Il basso tono dell’umore porta spesso con sé il rischio della procrastinazione. Mancanza di energia, poca voglia di fare, senso di blocco.
Una delle strategie più efficaci emerse nella call è iniziare a compiere piccole azioni.
Alcuni esempi pratici:
- Riordinare un tavolino.
- Rifare il letto.
- Pulire il tavolo della cucina dopo colazione.
- Riordinare un piccolo spazio.
Queste semplici attività creano un effetto domino: una piccola azione ne richiama un’altra, poi un’altra ancora, fino a generare un circolo virtuoso che ci rimette in moto.
Agire, anche con gesti minimi, è un modo potente per interrompere il blocco mentale e riconnetterci con il nostro corpo.
Non possiamo controllare il nostro umore, né le circostanze esterne, ma possiamo controllare le nostre azioni. Questo è un primo passo per riprenderci la nostra capacità di scelta e azione.
Se vuoi approfondire questo concetto, ho scritto un articolo dedicato proprio al potere delle azioni e a come possano aiutarci a focalizzarci meglio sugli obiettivi.
Te lo condivido qui sotto.
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L’accettazione per riemergere dal basso tono dell'umore
Spesso, quando siamo giù di morale, cerchiamo di razionalizzarlo: vogliamo una spiegazione, una causa chiara da risolvere.
Ma non sempre c’è una risposta immediata.
A volte il basso tono dell’umore non ha un motivo apparente che possiamo riconoscere. Potrebbe essere qualcosa di remoto, un accumulo di stress, una sensazione che si è radicata nel tempo.
In questi casi, il primo passo è accettare.
Accogliere il basso tono dell’umore come un compagno di viaggio temporaneo, senza combatterlo ossessivamente. Talvolta, come è arrivato, se ne andrà da solo. E questa consapevolezza può renderci il percorso molto più semplice.
Conclusione: il basso tono dell’umore come segnale di riflessione
Il basso tono dell’umore è spesso visto come un problema, un ostacolo alla produttività e alla realizzazione personale. Ma c’è anche un altro modo di leggerlo.
Spesso, è il modo in cui il nostro corpo e la nostra mente ci segnalano che dobbiamo rallentare, aggiustare qualcosa, riconsiderare la direzione che stiamo prendendo.
Invece di contrastarlo con forza, possiamo imparare a leggerlo come un momento di riflessione.
È come se tutto, dentro e fuori di noi, ci dicesse di fermarci un attimo, lasciare abbassare la tempesta, e poi ripartire con una consapevolezza in più.
Se non sfruttiamo queste occasioni per capire cosa ci serve davvero, perdiamo un’opportunità.
Ovviamente, se il malessere è più profondo o persistente, è sempre bene chiedere aiuto a chi può supportarci.
Ma laddove sia una condizione temporanea, possiamo provare a vederlo come un segnale, non solo come un ostacolo.
Forse, invece di chiederci come eliminarlo, dovremmo chiederci: cosa mi sta dicendo questo momento di stallo?
Per oggi è tutto.
Iscriviti al canale telegram per poter accedere alla prossima call collettiva. Sarà un piacere averti tra noi.
Ci leggiamo il prossimo articolo.

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