Multipotenzialità: come unire Impulsività e determinazione. Dalla call del canale telegram

Impulsività, determinazione e multipotenzialità. Cosa c’entrano queste tre cose?
Ne parliamo oggi all’interno di questo articolo.
C’è un momento nella vita di ogni multipotenziale in cui una voce interna – quella che spesso arriva nei momenti più scomodi, magari quando stai per lanciarti in qualcosa di nuovo – ti chiede:
“Lo stai facendo perché ci credi davvero, o perché sei già in orbita verso l’iperspazio?”
È in questa frizione continua tra slancio e radicamento che si è snodata la call collettiva di questo mese nel nostro canale Telegram. Una conversazione intensa, piena di sfumature, nella quale si è cercato di rispondere a una domanda tanto semplice quanto profonda:
quando una scelta è davvero nostra, e quando invece è solo una reazione?
Leggi l’articolo fino alla fine. Perché non è un articolo: è la storia dei componenti della nostra community. Persone vere, con un nome e un cognome, che qui ovviamente non vedrai, ma che ci sono.
E perché questo è importante?
È importante perché potrebbe essere la tua storia. E potresti rispecchiarti nelle loro parole, o nei loro concetti.
Buona lettura.

Ciao sono Dino!
Sono passato in alcuni anni dall’essere un tecnico avviato ad una carriera di progettazione, a diventare un direttore artistico in grado di organizzare oltre 500 concerti, per poi trasformarmi di nuovo in quello che sono oggi. Un marketer. Fino a quando vorrò.

Ciao sono Dino!
Sono passato in alcuni anni dall’essere un tecnico avviato ad una carriera di progettazione, a diventare un direttore artistico in grado di organizzare oltre 500 concerti, per poi trasformarmi di nuovo in quello che sono oggi. Un marketer e soprattutto un amichevole professore di quartiere. E si, anche un Life Coach. Fino a quando vorrò.
Multipotenzialità e slanci: un rapporto complicato
Partiamo da una verità mai taciuta: per chi è multipotenziale, l’impulsività è una tentazione costante.
Il nuovo stimolo, la nuova idea, la nuova possibilità… tutto è una chiamata. E ogni chiamata sembra urgente, importante, carica di potenziale.
Ma questo bombardamento continuo di possibilità può generare disordine. Quando ogni idea sembra “quella giusta”, diventa difficile capire quale inseguire. La determinazione, in questo contesto, non è una gabbia: è l’unico modo per non disperdere tutto il proprio talento.
Chi ha condiviso il proprio vissuto ha raccontato quanto sia difficile, ma anche liberatorio, scegliere di portare avanti un progetto, un’attività, un impegno, nonostante il richiamo seducente dell’ennesima idea brillante.
Proviamo però ad andare con ordine.
Life coach: cosa è il life coaching e 3 modi in cui potrebbe aiutarmi se sono multipotenziale Life coach. Tra tutte le varie …
Il confine sottile tra impulso e scelta consapevole
Uno dei nodi emersi è la difficoltà, per molti, di distinguere una scelta impulsiva da una scelta determinata. E il problema non è tanto il contenuto della scelta – mollare un lavoro, iscriversi a un corso, adottare un cane, cambiare città – ma l’intenzione da cui nasce.
Alcune persone hanno descritto come, col tempo, si siano allenate a riconoscere in sé il dualismo tra slancio emotivo e intuizione profonda, che sono due cose apparentemente molto simili, ma che affondano le radici in luoghi completamente diversi.
Partiamo da un presupposto: l’impulso ad agire in modo immediato non è necessariamente negativo.
Sì, perché da un lato può rivelarsi una trappola, ma dall’altro può essere l’indicazione che qualcosa si sta muovendo dentro.
Da un lato (caso A) potrebbe essere semplicemente il fluire di una sensazione, di un’emozione, trasformata in azioni impulsive che ci porta verso un futuro che non avevamo immaginato, che non ci piace, prematuro, cercato frettolosamente.
Dall’altro lato (caso B) quell’impulso potrebbe rappresentare una parte di noi che ci racconta un tentativo di fuga. Fuga da una frustrazione, da uno stato di noia profonda, da una paralisi decisionale che ci tiene fermi e inquieti.
Riconoscere quando lo slancio che stiamo vivendo è davvero un’intuizione profonda — magari non ancora chiara, ma comunque autentica — è una parte piuttosto importante per poter imparare a gestire l’impulsività.
infatti, c’è chi ha condiviso quanto senta il bisogno di più impulsività nella propria vita, come se la razionalità fosse diventata un freno sistemico. Pensare troppo, ponderare troppo, valutare ogni possibile scenario spesso porta solo a una forma molto educata di stallo.
Come capire quindi se il nostro è caso A o caso B?
Vediamo cosa è emerso.
Il corpo come indicatore e la memoria delle scelte
Una riflessione ricorrente riguarda il ruolo del corpo come alleato decisionale.
In alcuni racconti, si è parlato di come certe scelte apparentemente impulsive siano in realtà profondamente “giuste” perché sentite fisicamente. Il battito che accelera, la pancia che si apre, la voglia improvvisa di respirare a pieni polmoni: tutti segnali che il corpo ci manda quando qualcosa è allineato.
Accanto a questa dimensione istintiva, emerge l’importanza della memoria delle scelte passate. Alcuni hanno raccontato episodi in cui scelte fatte sull’onda dell’impulso si sono trasformate in piccole prigionie. Non perché sbagliate in sé, ma perché non erano state digerite, elaborate, rese proprie.
Fatto in tutti i casi importante è che anche quelle scelte, figlie dell’intuito lasciato a briglia sciolta, col tempo hanno insegnato. Hanno contribuito a costruire una sorta di bussola interna, fatta di errori, esperienze preziose, di capacità di comprendersi.
Non si butta via nulla insomma se si prende un’esperienza e non la si cataloga come fallimento o errore ma come attraversamento di un ponte. Forse quel ponte non ti ha portato dal lato del fiume che desideravi, ma comunque ti ha consentito di apprendere qualcosa di nuovo.
E adesso che abbiamo approfondito il dualismo insito nel concetto stesso di impulsività, cerchiamo di capire come collegarlo al concetto di determinazione.
SEI IN DIFFICOLTÁ?
I tuoi molteplici interessi ti stanno mettendo in scacco e ti hanno impedito di crearti un percorso lavorativo chiaro ed appagante? Se ti va ho pensato di aprire questo spazio sicuro. Un modo per fare due parole e darsi una pacca sulla spalla a vicenda. Ovviamente non costa nulla.

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Determinazione non è rigidità, è coerenza nel tempo
Un punto chiave è stata la riabilitazione del concetto di determinazione.
Per molti multipotenziali, la determinazione è un concetto che suona alieno: troppo vicino alla disciplina, al focus, alla verticalità. Eppure, è stato bello vedere come la determinazione, se ripulita dalla retorica militare, possa assumere un significato nuovo: non come forza bruta o rigidità, ma come scelta che resiste nel tempo.
Il tempo. Incredibile alleato il tempo.
Determinarsi significa riconoscere che una strada ha senso anche quando l’entusiasmo iniziale si spegne.
È quel passo in più che non dipende più dall’onda emotiva, ma da un’intenzione coltivata. È l’opposto dell’azione impulsiva che cerca gratificazione immediata. E spesso, è proprio qui che i multipotenziali inciampano: nel mantenere viva la fiamma quando il fuoco dell’urgenza è finito.
Non so se questo è il punto giusto dell’articolo in cui parlarne ma, credo sia necessario inserire un’ulteriore aspetto prima di parlare di determinazione e continuità e come attuarle.
Si perché se c’è un cambiamento da fare, vanno dette due cose su un argomento davvero boom.
Parliamo per un attimo di Zona di Comfort.

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La zona di comfort che non è mai la stessa per tutti
C’è un aspetto importante emerso durante la call che vale la pena sottolineare: il rapporto tra impulsività e zona di comfort.
Spesso, l’impulsività agisce come una fionda che ci spinge da un punto A a un punto B. E quella fionda si attiva quando, nel punto A, qualcosa smette di funzionare.
È proprio in questo contesto che, nel corso della conversazione, è stato introdotto il concetto di zona di comfort, che si è presentato in forme diverse.
Per alcune persone, la zona di comfort coincide con l’incertezza. Quando tutto diventa troppo lineare, troppo fermo, troppo statico, allora quello stato viene vissuto come una prigione. Una zona di Scomfort che non si scrive cosi ma rende l’idea.
Anche se all’apparenza va tutto bene, anche se tutto sembra perfetto, è proprio quell’eccesso di perfezione a far scattare il disagio.
In questa riflessione è emerso anche il concetto di emozione: vivere cercando non il massimo dal punto di vista economico, ma in termini esperienziali.
Trarre forza da ciò che si vive, piuttosto che da ciò che si ottiene.
È stata condivisa l’idea che nell’incertezza possa nascondersi una mappa. Una mappa che non è subito visibile, ma che con il tempo può diventare chiara e indicare la direzione.
Un pensiero condiviso da molti, anche se per altri la zona di comfort ha preso una forma più definita: un progetto chiaro, una direzione precisa, quasi una vocazione all’interno delle tante possibili.
La cosa più interessante è proprio questa: il concetto di zona di comfort cambia da persona a persona.Non solo nei contenuti, ma nella forma. C’è chi trova il proprio equilibrio nella stabilità e chi, al contrario, lo trova nel movimento continuo.
Siamo tutti diversi, e questo rende ancora più evidente quanto l’impulsività – in relazione al nostro modo di stare nelle cose – possa avere significati molto diversi.
Chiarito questo, come ce la gestiamo la determinazione?
Muoviamoci verso l’epilogo.
Da poco è attivo anche un canale telegram.
Si sta creando una community in cui chiacchierare, avere accesso a contenuti riservati e ad atività esclusive.
Ad esempio una video- call collettiva in cui fare rete…una volta al mese.
L’accesso è gratuito, ma il valore del progetto è inestimabile (mia onesta opinione).
Puoi accedere usa il link qui sotto.
Determinazione e continuità: come fare?
Dicevamo poc’anzi che intuizione e impulsività, se da un lato possono essere dannose, dall’altro possono invece rappresentare un potente punto di partenza. Sono la miccia, la fionda che ci permette di scagliare nell’iperspazio un’idea. Sono quelle che ci permettono di sognare l’impossibile, e spesso danno il via alla ricerca, al cambiamento, al raggiungimento di un obiettivo.
Ma ecco il punto: una volta che quel sasso è stato lanciato con slancio dalla fionda dell’impulsività, cosa ce ne facciamo?
Come si mantiene la continuità? Come si trasforma quella partenza fulminea in un percorso vero?
Qui sono emerse alcune strategie interessanti.
La prima è rinforzare le proprie idee, puntando alto. Mirare davvero alla luna. A quel sogno enorme, apparentemente irraggiungibile. Il massimo dell’ispirazione, della visione, qualcosa che possa alimentare la locomotiva anche nei momenti di stanchezza.
È vero, spesso non è un obiettivo realistico. Ma allora, perché inseguirlo? Perché nel tragitto verso quel sogno impossibile, anche nella peggiore delle ipotesi, ci si ritroverà in un posto completamente diverso da quello di partenza. E probabilmente, comunque, sarà un posto bellissimo.
Un’altra strategia è simile, ma un po’ più pragmatica: trasformare l’impossibile in una scala percorribile. Spezzare quel grande sogno in una serie di micro-obiettivi.
Uno dopo l’altro, avvicinarsi. E, fondamentale, celebrare ogni singolo passaggio come una grande vittoria.
Wow, sì. Una riflessione che ha lasciato il segno.
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Conclusione: impulsivi, determinati, profondamente vivi
Alla fine di due ore intense, confuse, appassionate, il tema non si è certo esaurito. Ma è emersa una consapevolezza potente: impulsività e determinazione non sono in conflitto. Possono convivere. Una può nutrire l’altra.
L’impulso può accendere la miccia, la determinazione può mantenere viva la fiamma. E tra le due si gioca il percorso di chi è multipotenziale: sempre in tensione tra desiderio di esplorare e bisogno di costruire.
La sfida, come sempre, non è scegliere una sola via. Ma imparare a riconoscere quando è il momento di partire, e quando invece è il momento di restare.
Se ti è piaciuto questo viaggio nei territori accidentati dell’impulsività multipotenziale, sappi che è solo una piccola parte di ciò che è emerso nella call.
E se vuoi davvero ascoltare le sfumature, cogliere le pause, entrare nel ritmo delle voci… ti aspetto nel canale Telegram, dove queste conversazioni prendono vita ogni mese. E no, non serve prenotare.
Serve iscriversi, prendersi un pacco di pop corn e godersi lo spettacolo.
Ecco il link per il canale telegram
Ci vediamo dentro. Un saluto.
Ci leggiamo il prossimo articolo.

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