la sindrome dell'impostore

La sindrome dell’impostore: cause, sintomi e 4 consigli per non farsi travolgere

La sindrome dell’impostore: cause, sintomi e 4 consigli per non farsi travolgere

la sindrome dell'impostore

Conosci la sindrome dell’impostore?

 

Se stai leggendo questo articolo molto probabilmente si.

Sai di cosa si tratta e lo sai perchè ti ha schiantato più volte la vita.

 

Niente di nuovo, succede ed è successo a molti e ci si può lavorare sopra.

 

Ed in effetti  è quello che mi sarei ripromesso di fare in questo articolo. 

 

E ti spiego subito il perché:

Ho trascorso lunghissimi periodi della mia vita a doverci fare i conti e talvolta, ancora adesso, quarantaquattro anni in fila per sei col resto di due suonati, mi ci imbatto con una certa regolarità.

 

Una volta mi congelava, oggi mi da solo una spallatina che mi devia dal percorso giusto il tempo di strizzarle l’occhio e sussurrarle: “ehi, stavolta non me la fai”.

 

 

E per quanto mi riguarda mi sento di dire che è un notevolissimo passo avanti.

 

 

Se anche tu hai voglia di farla finita con la sindrome dell’impostore e hai deciso di iniziare a vederti per quello che vali, io una lettura a questo articolo la darei.

 

Fino alla fine. Li come sempre c’è il gioco di prestigio.

multipotenzialità e produttività

Ciao sono Dino! 

Sono passato in alcuni anni dall’essere un tecnico avviato ad una carriera di progettazione, a diventare un direttore artistico in grado di organizzare oltre 500 concerti, per poi trasformarmi di nuovo in quello che sono oggi.  Un marketer. Fino a quando vorrò.

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Ciao sono Dino! 

Sono passato in alcuni anni dall’essere un tecnico avviato ad una carriera di progettazione, a diventare un direttore artistico in grado di organizzare oltre 500 concerti, per poi trasformarmi di nuovo in quello che sono oggi.  Un marketer. Fino a quando vorrò.

La sindrome dell’impostore: cos’è?

Quando parliamo di sindrome dell’impostore, parliamo di un fenomeno psicologico in cui una persona – che abbia ottenuto successi o meno – ha la costante paura di essere smascherata  come “impostore” o di essere considerata incompetente ( cosa che nella stragrandissima maggioranza dei casi non è). 

 

Inutile dirlo, trova principalmente terreno fertile in ambito lavorativo, ma spoiler, potrebbe non dipendere solo da te.

 

Di questo però parliamo in fondo all’articolo.

 

In tutti i casi, questo ammorbante articolo avrà focus lavoro. Così è.

 

 

Non è riconosciuta come una condizione medica ufficiale, ma è semmai un concetto psicologico utilizzato per descrivere un insieme di sentimenti e comportamenti. 

 

Perché succede?

Come posso accorgermi se io sono un soggetto che ne è condizionato?

Come posso trovare rimedio?

 

Vediamolo.

produttività e multipotenzialità

Ti andrebbe di approfondire questi argomennti ogni lunedì in  5 minuti. 

 

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La sindrome dell’impostore: 4 cause

Perchè parlare delle cause della sindrome dell’impostore?

 

Perché comprendere le cause ci aiuta a percorrere a ritroso il pensiero che ci ha portato a sentirci sotto gli occhi di tutti, a pensare di essere fuori posto, di scarso valore e che prima o poi verremo irrimediabilmente smascherati.

Proviamo a vederne qualcuna?

 

Ne ho selezionate 4. 

 

Non sono le uniche, ma sono quelle –  tranne una – che in un modo o nell’altro mi sono maggiormente sentito cucite addosso nel corso degli anni.

 

1. Perfezionismo: 

Se sei perfezionista – non è il mio caso – sarai particolarmente incline alla sindrome dell’impostore. E se ci pensi è ovvio. 

 

Il lato oscuro del perfezionismo ti accoglie quando non trovi soddisfazione in ciò che realizzi perchè, per l’appunto, non perfetto. 

Posto che la perfezione è irraggiungibile, va da se che il non raggiungimento dell’obiettivo idealizzato ci metterà nella condizione di non trovare mai soddisfazione dal nostro lavoro. 

 

Diverremo ai nostri occhi incompetenti e sarà naturale per noi esserlo anche agli occhi degli altri. Nonostante eventuali successi.

 

2.Pressioni esterne: 

La pressione da parte della società, da parte della famiglia o sul lavoro può contribuire alla sindrome dell’impostore. 

 

Le aspettative elevate degli altri o il timore di deluderle possono portarti ad attribuire i tuoi successi a fattori esterni anziché alle tue abilità.

Situazione piuttosto comune questa, soprattutto in una società che fa della realizzazione lavorativa un baluardo difficilmente hackerabile.

 

Questo è un campo che, se sei multipotenziale come lo sono io, conosci fin troppo bene.

 

Sentirsi inadatto e sbagliato, è la coda della cometa che ti porti dietro anche se ottieni obiettivi meritati. 

 

Perché in fondo, se ti hanno sempre detto che qualcosa non andava nel tuo atteggiamento, allora qualcosa non andrà nemmeno nel fatto che il tuo atteggiamento ti ha fatto ottenere risultati. Non è possibile.

 

Non te li meriti.

 

Se non sai cosa significhi essere multipotenziali, dai un’occhiata al link che ti ho appena sottolineato perchè, è un passaggio che devi fare, soprattutto se ancora adesso non sei sicurə di aver trovato la tua strada e soprattutto non hai idea di quale potrebbe essere.

 

3.Bassi livelli di fiducia in sé stessi: 

 

Un basso livello di fiducia in sé stessi può essere una causa della sindrome dell’impostore. Se hai scarsa autostima avrai difficoltà a riconoscere e accettare i tuoi successi.

 

Non stiamo a domandarci ora del perché tu abbia poca autostima perchè l’entrata del ginepraio senza uscita è dietro l’angolo.

 

Limitiamoci a prenderlo come assunto.

 

Non ho autostima di conseguenza i miei successi non sono merito mio. Non ne sono in grado. Devo aver in qualche modo imbrogliato o diversamente, sono arrivato dove sono per mera fortuna.

 

4. Comparazione sociale: 

confrontarsi costantemente con gli altri e sentirsi inadeguati contribuisce alla sindrome dell’impostore. Anche se ottengo risultati. 

Non sono abbastanza.
Posso fare di più.
Non merito di essere dove sono.
Lui/lei è meglio di me.
Ho imbrogliato.

 

Il cosiddetto concetto di riprova sociale.

 

Pensaci.

 

In una società veicolata e convogliata dai social media dove  la costante esposizione ai successi altrui, ci pone di fronte ad un modello falsato e troppo spesso inventato, sentirsi non all’altezza e quindi inadeguati è poco più che la prassi. 

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La sindrome dell’impostore: 3 sintomi

Come capire se mi sono fatto fregare dalla sindrome dell’impostore?

 

Anche qui mi sono permesso di isolare alcuni elementi che, se riscontreati nella tua vita, un minimo di campanello d’allarme dovrebbro farlo scattare.

 

Sintomo 1: dubito delle mie competenze

Questo punto è controverso.

 

Se mi faccio condizionare dalla sindrome dell’impostore, prenderò sottogamba a le mie competenze e di conseguenza mi convincerò che eventuali successi siano legati a fattori esterni.

 

 

Perché è controverso?

 

 

Per la domanda che sto per porti:

 

 

Se la sindrome dell’impostore ha fatto capolino nella mia mente, e sono convinto che le mie competenze non siano sufficienti, come faccio a capire che in realtà sono assolutamente competente, e che i miei risultati dipendono solo ed esclusivamente dal duro lavoro che ho messo in atto?

In sostanza: come capisco che ho torto?

 

Perchè è facile dire: “concentrati sulle tue competenze” come spesso si legge. Ma come capisco che ne ho se sono convinto di non averne?

 

Bella domanda, ma ti rispondo nella terza parte dell’articolo quando parleremo in termini di soluzioni, o palliativi.

 

Sintomo2: paura di essere scopertə 

 

Temi di essere smascheratə

 

Hai la sensazione tutti siano li a controllare il tuo operato e che da un momento all’altro ti guarderanno dicendo “Ehi Gringo, ti abbiamo beccato”?

 

Chi soffre della sindrome dell’impostore teme costantemente di essere scoperto. E questo presupposto si traduce in ansia, stress, scarsa sicurezza in ciò che stai realizzando, convinzione di non essere in grado di fare le cose correttamente.

 

 

Ora, attenzione. 

 

Questa è la più classica situazione di profezia che si autoavvera.

Sei convintə di essere impostore e che non sei in grado di portare a termine un lavoro.
Di conseguenza la tua attenzione sarà condizionata da ansia e stress.
Di conseguenze inizierai a lavorare male e a commettere errori.

E te lo dico, questa è una dinamica che ho vissuto in prima persona.

 

 

Sintomo 3: autovalutazione distorta 

 

Se tendi a vederti sempre in difetto e gli altri sempre nel giusto – e un passo avanti a te – stai tranquillə che la sindrome dell’impostore ti sta a fianco, ti porta il pranzo, ti sussurra parole suadenti all’orecchio e non vede l’ora di farti sentire come il dottor Banner quando non non riesce più a trasformarsi in Hulk e fa morire metà della popolazione dell’universo.

 

 

C’è sempre una discrepanza tra la percezione che hai di te e la realtà se sei soggettə alla sindrome dell’impostore.

 

La sindrome dell’impostore: come uscirne

Che dici.

 

Almeno uno di questi comportamenti ti assilla durante la tua giornata?

 

Se così fosse è giunto il momento di provare ad isolare alcune strategie per trovare sbocchi di serenità.

 

 

Disclaimer:

 

 

Se sei un assiduo lettore di questo blog, sai perfettamente che non amo i trucchetti (anche se a volte ci casco) e che non credo nelle soluzioni miracolose.

 

 

Allo stesso tempo sono consapevole – per esperienza personale – che spesso, riuscire a ridurre la pressione percepita nella nostra quotidianità, nelle dinamiche della nostra vita, nella nostra mente, è un ottimo presupposto per avere una visione più chiara e cristallina della nostra realtà oggettiva.

 

 

Quindi bando alle ciance, ecco alcune strategie pratiche e alcune un po’ meno.

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1. Riconosci il problema

Questo consiglio sembra il prezzemolino dei consigli. 

 

Lo trovi in ogni salsa, qualunque sia l’aspetto della tua vita e della tua personalità tu debba migliorare.

 

 

E c’è un motivo per cui è presente dappertutto.

 

Perché è il punto di partenza comune.

 

 

Una persona soggetta alla sindrome dell’impostore, non pensa che la sua insicurezza sia legata alla sindrome dell’impostore.
Pensa semmai che la sua insicurezza sia legata alla sua scarsa competenza che però abbiamo visto, probabilmente è solo una sua convinzione.

 

 

Primo passo quindi, accettare il fatto che è possibile per noi venire condizionati dalla sindrome dell’impostore.

 

Porsi quantomeno il dubbio.

 

 

Perché mi sento fuori luogo e non all’altezza?

Mi sento così perché non ho competenze?

O perché forse sono soggetto alla sindrome dell’impostore?

 

 

Già porsi il dubbio è un presupposto per cambiare Focus e sovvertire il ragionamento disfunzionale.

 

 

Sì ok ma anche quando mi sono posto il dubbio poi come trovo risposta per chiarire il dubbio?

 

 

Attraverso il punto 2.

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2. Vincere la sindrome dell’impostore chiedendo feedback.

Porsi il dubbio è il primo passo.

Il secondo è provare a togliersi questo dubbio.

 

Quindi?

 

Quindi se hai provato a porti il dubbio, adesso è il momento di cercare un parere obiettivo. Spoiler non è il tuo.

 

Chiedi ad un amico fidato cosa pensa di te in ambito lavorativo.

 

Se ami complicarti la vita e ti ritrovi a pensare che un tuo amico, un tuo familiare , il tuo partner, non esprimerebbero mai pareri negativi su di te per paura di ferirti, valuta la possibilità di trovarti un coach.

 

Cerca qualcuno in grado di darti i consigli giusti, distaccati quanto basta senza aver paura di farti restar male.

 

Trova il tuo personalissimo grillo parlante che ti dica le cose come stanno senza paura, nel bene e nel male.

 

E qui mi sono servito su un vassoio d’argento il punto numero 3 di questa mia personalissima immaginifica lista.

3. Prendi il buono da tutti i consigli (e da tutte le critiche fuori luogo)

Io ho una convinzione e ne parlo meglio nell’articolo che trovi linkato subito sotto.

 

Qui però voglio comunque accennartelo.

 

Si sente spessissimo dire che devi valutare solo critiche costruttive.

Non sono d’accordo. Tutte le critiche hanno senso, con la differenza che ce l’hanno per motivi diversi.

 

La realtà è che non sono le critiche a dover essere costruttive, è il nostro modo in cui le leggiamo a doverlo essere.

Da ogni critica, anche quella detta peggio, anche quella meno centrata, possiamo trarre degli spunti.

 

Tutto dipende da come noi le prendiamo.

 

Che sia il coach, che sia il nostro collega cafone, che sia il nostro capo scorbutico.

 

Se hai la sindrome dell’impostore forse fatichi a gestire le critiche.

 

Ecco quindi un piccolo suggerimento.

 

 

Appena ricevi una critica, (1) dimentica chi te l’ha detta, annotala e lasciala decantare.

 

Molto probabilmente a botta calda ti sentirai come il polpo che viene schiantato contro gli scogli perchéì cos si ammorbidisce – non me ne vogliano i lettori vegani per questa metafora, non me ne veniva di meglio.

 

Non è quello il momento giusto per prendere in mano quella critica. 

È il momento per lasciarla tranquilla per i fatti suoi.

 

Quello che devi fare è con calma, quando sarai meno sotto pressione e la botta sarà meno calda, (2) a quel punto rileggerla.

 

È li che inizierai a valutare oggettivamente se nel tuo lavoro, nella tua giornata, quella critica ha senso di esistere.

 

Se fai questo ragionamento anche con le critiche non costruttive succederà una magia e te la dico adesso.

 

Da un lato avrai le critiche costruttive: 

queste ti permetteranno di limare le imperfezioni del tuo lavoro e aumentare la tua autostima e la tua convinzione.

Dall’altro avrai le critiche non costruttive, quelle pretestuose:

 

Queste sono quelle che a distanza di un paio di giorni, ti permetteranno di guardare il tuo lavoro e di renderti conto quanto sia di valore quello che stai facendo, e poco centrata la critica che hai ricevuto. E aumenterà la tua autostima e la tua convinzione.

Come vedi, se impari a guardare le critiche costruttive e non, vinci sempre. Sempre semprissimo.

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4. Prenditi cura di te stessə

Abbiamo parlato di ansia e stress come risultato della sindrome dell’impostore.

 

La realtà è che entrambe possono essere anche la causa.

Quando siamo stressati, quando tendiamo a soffrire d’ansia, non si capisce se si sia palesato prima l’uovo o la gallina.

 

Sono ansioso perché mi ha beccato la sindrome dell’impostore o ho la sindrome dell’impostore perché sono ansioso?

 

Ecco allora un consiglio pratico.

 

Prenditi cura di te.

Non trascurare il riposo. 

Se hai problemi col sonno poniti il dubbio, potrebbe essere tu non stia strutturando routine sane secondo il tuo cronotipo. (sotto trovi il link ad un articolo che ne parla nel dettaglio).

 

Non trascurare i tuoi valori. Cerca di capire se il luogo in cui lavori, in cui vivi, è in sintonia con le cose a cui tieni e che per te sono importanti.

 

Non darti colpe che non hai. Da persona multipotenziale, quando do questo consiglio ho in mente qualcosa di preciso, perché per una persona multipotenziale lo stress spesso scaturisce dal non sentirsi in linea col 90% delle persone che la circonda ed i loro obiettivi.

 

Non partire dal presupposto che sia tu ad essere fuori mira. E se anche così fosse non è detto sia un male. Se sei una persona multipotenziale come abbiamo già accennato hai discreti assi nella manica.

 

In sostanza, non dimenticarti del fatto che se ti impegni costantemente è giusto autopremiarti, tutelarti e custodire la tua mente per quello che è: una cosa preziosa.

Inutile pensare di ridurre lo stress se non facciamo nulla per essere meno stressati.

 

 

Riposo, consapevolezza di sé, apprezzarsi, e capirsi.

 

 

Se necessario, l’idea di farsi dare una mano da uno specialista che ci aiuti a leggere nella nostra mente è sempre ottima.

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La sindrome dell’impostore. Conclusioni

In questo articolo mi sono sbizzarrito perché sento l’argomento di casa per quanto mi riguarda.

 

Abbiamo visto .

 

Cos’è la sindrome dell’impostore.

Quali sono le cause.

Quali sono i sintomi e come puoi identificarli su di te.

 

In ultimo abbiamo visto quattro suggerimenti pratici, che secondo me fanno la differenza. Perlomeno così è stato per me.

 

Sono sempre combattuto quando scrivo questi articoli. Per questo parlo di preduttività e non di produttività.

 

Perché la sindrome dell’impostore così come tante altre forme di stress legate al mondo del lavoro , non dipendono quasi mai da noi, ma dipendono quasi sempre da come è impostato il mondo stesso del lavoro e da quanto non ci rispecchi.

Per questo secondo me la produttività parte prima, quando si comprende se siamo nel posto giusto e se siamo in tutela dei nostri valori e non solo dei valori di un mondo lavorativo che spesso non ci rappresenta.

 

Prima. Pre. Per questo predudittività.

 

Ed è l’esatto motivo per cui quando parlo di questi argomenti il presupposto che ho in mente è che prima di tutto al centro ci sei tu. 

E non sei sempre tu a doverti adattare al mondo. 

Ma sei tu a dover capire se sei nel posto giusto o nel posto sbagliato.

 

Spero questo articolo ti sia stato utile se ti va, scrivimelo nei commenti. 

 

Anzi , fallo, sarà molto divertente scambiarsi opinioni.

 

Per il resto sotto trovi tutti i miei contatti social, dove seguirmi e contattarmi per restare aggiornato.

 

Se hai letto fino a qui hai tutta la mia stima.

Ci leggiamo il prossimo articolo.

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E se tutti i lunedì condividessi con te idee e suggerimenti per aggiungere, ogni settimana, un pezzettino in più di consapevolezza nella tua gestione del tempo?

 

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