Sono perfezionista? 3 passo da applicare subito per vincere il perfezionismo

Sei una persona perfezionista?
Se la risposta è sì, allora possiedi sicuramente la capacità di realizzare progetti con una precisione invidiabile. Chi ti circonda percepisce la tua meticolosità e ti considera una persona affidabile.
Sono certo che anche tu sei consapevole di questo tuo punto di forza.
Allo stesso tempo, però, stai leggendo questo articolo.
Perché?
Provo a indovinare.
Il tuo perfezionismo, pur rendendoti preciso, tende anche a bloccarti, a farti sentire intrappolato, intrappolata. Finisce per limitare le tue potenzialità.
Probabilmente, il tuo perfezionismo si trasforma spesso in una gabbia. Una gabbia che diventa l’anticamera della procrastinazione, dei sogni mai realizzati, delle passioni mai iniziate per paura di non riuscire a fare tutto come ti aspetti, ovvero in modo perfetto.
Il perfezionismo è senza dubbio un tuo punto di forza, ma, allo stesso tempo, può essere una vera e propria dannazione.
Ecco perché in questo articolo voglio condividere con te tre strategie poco comuni che possono aiutarti a ridurre l’impatto del perfezionismo nella tua vita, e sono sicuro che sai quanto ne hai bisogno.
Leggi fino in fondo, perché alla fine c’è sempre quella “derapata” finale che aggiunge valore a tutto l’articolo.

Ciao sono Dino!
Sono passato in alcuni anni dall’essere un tecnico avviato ad una carriera di progettazione, a diventare un direttore artistico in grado di organizzare oltre 500 concerti, per poi trasformarmi di nuovo in quello che sono oggi. Un marketer. Fino a quando vorrò.

Ciao sono Dino!
Sono passato in alcuni anni dall’essere un tecnico avviato ad una carriera di progettazione, a diventare un direttore artistico in grado di organizzare oltre 500 concerti, per poi trasformarmi di nuovo in quello che sono oggi. Un marketer e soprattutto un amichevole professore di quartiere. Fino a quando vorrò.
Cosa vuol dire essere perfezionista?
Essere perfezionista significa avere una tendenza costante a ricercare la perfezione in tutto ciò che si fa.
Un perfezionista non si accontenta di un lavoro ben fatto, non si accontenta di eccellere. Cerca invece di essere impeccabile, senza errori o imperfezioni, ponendo standard elevati, elevatissimi, spesso – quasi sempre – irrealistici.
Questa caratteristica può manifestarsi in vari aspetti della vita.
il perfezionismo si palesa sul lavoro, nelle relazioni personali, nella cura dei dettagli, nelle attività quotidiane, nella gestione del tempo.
Ovunque. Se sei perfezionista devi fare i conti con questa tua caratteristica sempre, nel bene e nel male.
SEI IN DIFFICOLTÁ?
I tuoi molteplici interessi ti stanno mettendo in scacco e ti hanno impedito di crearti un percorso lavorativo chiaro ed appagante? Se ti va ho pensato di aprire questo spazio sicuro. Un modo per fare due parole e darsi una pacca sulla spalla a vicenda. Ovviamente non costa nulla.

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Cosa si cela dietro al perfezionismo?
Dietro al perfezionismo si nascondono spesso paure e insicurezze personali.
Una delle principali motivazioni è la paura del fallimento: i perfezionisti temono di sbagliare e associano l’errore a un senso di inadeguatezza.
Una paura legata alla necessità di essere approvati, forse perché cresciuti in cerchie sociali o ambienti familiari che li hanno portati con il tempo a pretendere sempre più da loro stessi.
Cerchie sociali dove la prima cosa ad essere stata minata è la stessa autostima.
I perfezionisti tendono a valutare il loro valore in base alla perfezione di ciò che fanno, e qualsiasi errore diventa una minaccia per la loro identità.
Convenzioni sociali: come nascono e come uscirne (se sei multipotenziale) Convenzioni sociali. Il desiderio di essere accettati e riconosciuti è strettamente legato …
Se, ad esempio, sei stata una persona con un approccio alla vita diverso rispetto a quello della tua cerchia sociale, potresti aver utilizzato il perfezionismo come una forma di protezione. Ti sei sentata criticata, poco capita, costantemente sotto attacco.
Quale modo migliore di vincere la tua insicurezza diventando una versione infallibile di te?
Se sei multipotenziale ad esempio, hai faticato a trovare il tuo percorso nella vita, sentendo il richiamo di molte passioni senza riuscire a inserirti in una carriera prestabilita.
Un’attitudine, quella multipotenziale, non così comune. Tu esploravi le tue passioni e gli altri facevano carriera.
Quella carriera predeterminata, quella grande vocazione che ci viene raccontata come fondamentale per dare senso al nostro passaggio su questo pianeta e che forse non hai mai avuta.
Ti ci rivedi in questo quadro?
Se così fosse, ma non conosci poi molto – o nulla – del concetto di multipotenzialità, parti dall’articolo che trovi appena sotto.
Multipotenzialità: cosa è? La guida super pratica Multipotenzialità. Se ne parla da quarant’anni e partendo dagli studi del dottor Frederickson – …
Come vincere il perfezionismo.
Fatte queste doverose premesse, entriamo finalmente nel vivo dell’articolo: come possiamo affrontare il perfezionismo?
Non ti suggerirò dieci strategie a caso, ma solo tre idee che puoi iniziare ad applicare subito, appena terminerai di leggere.
L’obiettivo non è quello di eliminare completamente il perfezionismo — per questo ci vuole tempo e un lavoro più profondo sui motivi che ti hanno portato a sviluppare questo atteggiamento.
Quello che voglio fare oggi è offrirti tre soluzioni per interrompere, almeno temporaneamente, questa dinamica che ti porta a rallentare e disperdere le tue energie perché aspetti di fare tutto in modo perfetto.
Carta e penna alla mano: iniziamo con l’elenco!
1. Vincere il perfezionismo sbagliando intenzionalmente.
Sbaglia deliberatamente.
Provo a spiegartelo in modo diverso: è molto improbabile che qualcuno riesca a completare qualsiasi cosa senza commettere errori. Può succedere, certo, ma non è la norma.
Nel tuo caso probabilmente il collo di bottiglia, la cementificazione, avviene quando inizi a revisionare ciò che hai compiuto.
Quello che dovresti provare a fare è ridurre il tempo che dedichi a revisionare i tuoi lavori, o persino i tuoi hobby, e imparare a lasciare andare il controllo della situazione.
Per farti un esempio personale: io sono il re dei refusi.
Non esiste un mio articolo di blog senza almeno un errore di battitura. Eppure, questo non ha impedito a molte persone di scrivermi, ringraziandomi per i suggerimenti che hanno trovato utili nei miei testi.
Non si tratta di sbagliare deliberatamente, ma di accettare che il perfezionismo si sviluppa durante la revisione infinita. E che un errore, che presumibilmente sarà presente, non arrecherà un danno irreparabile al tuo lavoro.
Ecco il punto: datti la possibilità di sbagliare.
Inizia a farlo di proposito, in modo controllato.
Lascia andare la fase di verifica.
Concediti di commettere un errore, fin da subito, oggi stesso.
So che ti sarà incredibilmente difficile.
So che farai una fatica enorme a dire: “Ok, è finito”.
Col tempo i tuoi tempi di verifica si accorceranno e la precisione in ogni singolo controllo aumenterà riducendo i tuoi potenziali errori ma liberandoti dal vincolo della perfezione.
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2. Vincere il perfezionismo riconoscendo le tue azioni.
Cosa significa riconoscere le proprie azioni?
Vuol dire spostare l’attenzione dal risultato allo sforzo che abbiamo messo per raggiungerlo.
Se un errore non deriva dalla nostra pigrizia, allora è semplicemente il risultato della nostra fallibilità, perché siamo esseri umani imperfetti.
Questo non toglie nulla al nostro valore, anzi, riconoscere di aver commesso un errore ci ricorda che abbiamo agito, ci siamo impegnati e non siamo rimasti con le mani in mano.
Rendersi conto di questo ci fa capire quanto siano importanti i nostri sforzi quotidiani, anche se non perfetti.
Non è sempre facile capirlo, soprattutto se lavoriamo in ambienti tossici, dove ogni errore viene amplificato e ci viene fatto pesare.
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Ricordo che quando avevo circa 12 anni, mia nonna ripeteva spesso un suo mantra: “Sbaglia chi non fa nulla”.
Sicuramente avrai sentito anche tu questa frase.
È un vecchio detto, ma contiene una grande verità: solo chi non agisce non commette errori.
Fare un errore significa che abbiamo percorso una strada, abbiamo intrapreso delle azioni che ci hanno portato da un punto all’altro.
E questo sforzo merita di essere riconosciuto, perché fa di noi persone di valore.
Tenere a mente questo ci aiuta a vivere gli errori con maggiore serenità e, di conseguenza, ad allentare la presa del perfezionismo.

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3. Vincere il perfezionismo con il minimalismo emozionale.
Che cos’è il minimalismo emozionale?
Il minimalismo emozionale consiste nel ridurre il carico emotivo legato a qualcosa, come ad esempio i nostri obiettivi.
Talvolta siamo portati a mirare il bersaglio sbagliato e a caricarlo di ansia e aspettative. Quando lo facciamo con un obiettivo, lo facciamo con qualcosa che ci creerà quasi certamente uno stato di ansia. Un obiettivo è infatti una cosa non del tutto sotto il nostro controllo. Questo stato di ansia alimenterà il nostro perfezionismo
Un obiettivo è una proiezione verso il futuro, qualcosa che ancora non abbiamo realizzato e che ci spinge a guardare avanti. Tuttavia, per sua natura, l’obiettivo può indebolire il valore del presente, distogliendoci dal compito che stiamo svolgendo in quel momento.
Invece di focalizzarci solo sull’obiettivo finale, proviamo a concentrarci sulla gioia che deriva dal compiere un’attività, sulla gratitudine per il fatto che possiamo usare la nostra intelligenza e le nostre abilità.
Possiamo applicare ciò che sappiamo fare e, magari, trovare piacere proprio nel processo.
Certo, il presupposto per questo punto è che il processo sia di nostro gradimento ma, nel caso non fosse così, il problema da affrontare diventa di tutt’altra natura e non ne parleremo in questo articolo.
Vincere il perfezionismo. Considerazione finale.
Quasi sempre il perfezionismo è qualcosa che arriva da lontano.
Ci racconta un po’ della nostra storia, di come siamo cresciuti, degli ambienti che abbiamo frequentato e di come ci siamo sentiti riflessi nel nostro percorso di vita.
Se ci nascondiamo dietro il perfezionismo per evitare di commettere errori, è probabile che non abbiamo vissuto in modo del tutto sereno.
Per questo, il mio ultimo consiglio è di non cercare solo strategie rapide per risolvere il perfezionismo.
Cerca piuttosto di capire quali sono i motivi profondi che ti hanno portato a essere una persona che non cede nemmeno un centimetro, che fatica ad accettare la propria fallibilità.
Questi motivi ci sono, quasi certamente, e tutti noi li abbiamo incontrati nel nostro cammino.
Non è detto tu debba riuscirci da solo o da sola.
Non dare per scontato, con un’alzata di spalle, che sei perfezionista solo perché “sei fatto così” o “sei fatta così”.
Il perfezionismo, anche se a volte può sembrare utile, è spesso una sorta di dannazione. E sono sicuro che, nel profondo, ne sei consapevole.
Immagina se tutta la tua energia, quella che sprechi ogni volta che dubiti di te, venisse incanalata per vedere quanto di buono invece hai già fatto.
Spero che questi tre suggerimenti, per quanto controintuitivi, ti siano stati utili.
Ci leggiamo la prossima settimana!

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